mercoledì 30 dicembre 2009

Ricetta orecchiette broccoli e salsiccia

Note: è stagione di broccoli. Per la salsiccia invece non c'è stagione e, specialmente per gli uomini, è sempre l'ora della salsiccia! Si può sostituire il broccolo con le cime di rapa, che però hanno lo svantaggio di essere meno diffuse e più lunghe da pulire.

per 3 persone

Lessate in acqua salata a bollore un grosso broccolo, tagliato a pezzetti e a cimette, avendo prima tolto le foglie più dure dal gambo. Tenetelo al dente. Scolatelo con un mestolo forato e tenete da parte l’acqua di cottura.
In una larga padella soffriggete 2 spicchi d’aglio in olio d’oliva, poi aggiungete 2 salsicce spellate e schiacciatele con la forchetta perché si riducano in briciole mentre soffriggono. Aggiungete i broccoli lessati e continuate la cottura per un paio di minuti.
Nell’acqua di cottura del broccolo, eventualmente allungata, lessate 240 grammi di orecchiette secche (la quantità aumenta se si usano di quelle fresche).
Scolate le orecchiette e versatele nella padella, ripassate a fuoco vivo per un paio di minuti.

martedì 29 dicembre 2009

La vita del Bucanieeeeeer!

Meno male che c'è il Natale, che ci offre l'occasione (o meglio la voglia) di rivedere un po' di filmini Disney.
Indubbiamente il più spassoso rimane Le avventure di Peter Pan, caratterizzato da uno strepitoso umorismo da cima a fondo. Eccone un pezzo. Amatemi.

martedì 22 dicembre 2009

Ricetta tartine con l’uovo sodo

Note: più facile di così si muore! Aiutatevi con l'apposito utensile da cucina per fare fettine di uovo sodo precise e sottili.

Tagliate a fette uno sfilatino di pane bianco, quello che assomiglia alla baguette francese.
Spalmate con maionese, disponetevi sopra una fettina di prosciutto cotto, una fettina di uovo sodo, una strizzatina di maionese in tubetto.
Potete ulteriormente aggiungere verdura sottolio, per esempio un carciofino o un funghetto; oppure un pezzetto di tonno sott’olio.

Ai dittatori con il culto della personalità non basta il potere: vogliono l'amore...

(pubblicato su www.sullanotizia.com)

A chi, come me, sa una o due cose di psicologia, non può mancare questa specie di principio zero: le azioni sono giudicabili, possono essere valutate come giuste o sbagliate; i pensieri no.
La poca considerazione, o il disprezzo, o addirittura l'odio che posso nutrire per una persona non valgono niente e non possono essere "condannati" finché io rispetto quella persona e non le nuoccio; e d'altra parte io, nella mia testa, posso pensare e sentire quello che mi pare e piace.
Dunque Mister B. ci è rimasto molto male di quello che è successo domenica sera dicendo, tra le altre cose, di non capire il perché di questo odio, perché lui vuole il bene di tutti e vuole bene a tutti e non capisce proprio perché ci sia gente che lo odia. Non lo capisce, nel senso che gli dispiace, non lo accetta, non lo vuole.Dichiarazioni sgomente e sofferenti come queste ultime appaiono più pacate e trascurabili di tante altre proferite dal medesimo. Se invece ci soffermiamo a riflettere, possiamo rilevare la portata reale, ben più grande, di queste parole.
Partiamo dal principio zero della psicologia appena enunciato: io amo e odio chi voglio, e non per questo sono in errore. Nello specifico, ammettiamo che io abbia dato il mio voto alla coalizione guidata da Berlusconi. Innanzitutto ricordiamo che io non avrei dato il voto a Mister B. in persona, come lui ci tiene tanto spesso a ripetere ("un presidente scelto dal popolo"), ma alla sua coalizione: così è successo a causa della legge elettorale da loro stessi voluta, che ci ha impedito di esprimere una specifica preferenza.
Se anche poi le mie intenzioni fossero state di dare il voto precisamente a lui, sempre di un voto politico si sarebbe trattato: non di una dichiarazione d'amore, non di un patto di amicizia. Dentro di me potrei odiarlo, e allo stesso tempo ritenere che egli farà il mio interesse meglio di quelli che non avrei votato.
Gli avrei, con quel voto, espresso il seguente ordine: vai a lavorare, fai quello che avevi detto di fare, difendi i miei interessi e quelli della gente come me, impegnati a meritarti quella poltrona che io ti ho dato e che tra 5 anni, se non mi avrai soddisfatto, potrò toglierti. C'è del sentimento in tutto questo? No.
Forse che l'impiegato comunale che ci rinnova la carta di identità o ci rilascia un permesso di costruire o registra il nostro matrimonio merita amore e particolari riconoscimenti per quello che fa? No, dal momento che sta solo facendo il lavoro per il quale noi stessi lo paghiamo.
C'è dell'interesse in tutto questo? Sì: il politico che diventa parlamentare è una persona che noi spediamo a Roma a difendere i nostri interessi, che lavora per noi, tutto qui.
Mister B. ha invece già fatto un passo successivo: non gli basta che la gente possa essere soddisfatta di come lui lavora per loro, ma vorrebbe anche essere apprezzato come persona, accettato, amato addirittura.
Non è una novità nella storia questo interesse a che la propria persona diventi tutt'uno con la carica istituzionale.
L'abbiamo già visto in qualche caso, tra i quali ricordiamo Mussolini, Stalin, Giulio Cesare e poi tutti gli imperatori dopo di lui, Hitler, Kim Il Sung, Mao Tse tung, tutte persone che ci tenevano a farsi amare dai propri elettori, che a quel punto erano diventati più che altro dei sudditi.
Ma non c'era già stato un referendum per abolire la monarchia?

giovedì 17 dicembre 2009

Riflessione...

Scorrendo la mia home page di facebook ho trovato questo commento, non importa di chi, ad un post, non importa quale.

Moltissimi si alzano la mattina per andare a fare un lavoro orribile che gli consente di rispondere ai bisogni primari, qualunque lavoro, molti tornati a casa a sera, mangiano davanti alla Tv e vogliono guardare roba che non li fa incazzare, quindi tg1, poi i fatti vostri poi sbragati sul divano e da lì a poco dorme. Questo per cinque o sei giorni alla settimana.Sabato o Domenica finalmente allo stadio (molti lo chiamano "il tempio") a scaricare la propria rabbia.
Questo per quasi dodici mesi l'anno. Un po' di vacanze al mare pagate con un piccolo prestito.
- Libri letti nell'anno 0
- giornali di riferimento: quotidiano locale letto al bar; giornale sportivo.
- minimo accesso a informazione alternativa (web)... See More
Questa è la stragrande maggioranza del popolo tialiano che poi va a votare.
Come fare per farsi votare da una persona che vive così?, quali promesse gli si possono fare?
Cosa cambia per una persona che vive un modo così piccolo se al potere c'è una democrazia o una dittatura?


La mia riflessione: se la gente è per la stragrande parte così - e lo è, lo sappiamo tutti benissimo, anzi molta gente è anche più abbrutita di così - allora vuol dire che in qualche modo la democrazia ha fallito. Perché la democrazia è diventata un oggetto bellissimo e inutile in mano a gente che troverebbe più utili delle comode e rassicuranti catene.

A cosa serve avere il potere di scegliere chi deve difendere i nostri interessi e i nostri diritti, se non sappiamo (e non ci interessa sapere) niente a proposito di questi interessi e questi diritti?

Sempre più di frequente vedo esempi di persone del genere intorno a me e dico a me stessa: "e pensare che anche lui vota, e il suo voto vale quanto il mio!".

martedì 15 dicembre 2009

Malaguena Salerosa... Eh?

Eh sì, a me Quentin Tarantino riuscirebbe a farmi piacere anche la trippa (eh sì, la trippa non la posso neanche vedere).
Tanto che è riuscito a farmi piacere questa altrimenti insopportabile canzone spagnoleggiante. Anche perché dopo aver finito di vedere cotanto film come Kill Bill io, sovrastata da cotante emozioni, avrei amato forse forse anche Gigi D'Alessio (!), insieme ai titoli di coda. La Fortuna ha voluto che non toccasse a lui, grazie Fortuna!

martedì 8 dicembre 2009

Ricetta torta autunnale

Note: comprate i marron glacees a pezzi: sono utili allo scopo e costano assai meno di quelli interi, poiché si tratta di quelli che si sono accidentalmente rotti al mastro pasticcere.

Preparate la torta allo yogurt (la ricetta di dolci postata prima di questa), fatela intiepidire, tagliatela a metà per orizzontale, fatela raffreddare completamente.
In una ciotola fredda di frigo montate 400 grammi di panna fredda di frigo alla quale avrete aggiunto 80 grammi di zucchero a velo.
Spalmate la metà inferiore della torta con uno strato uniforme di crema di marroni.
Distribuitevi sopra metà della panna montata, e poi marron glacèes a piccoli pezzi.
Coprite con il coperchio della torta e ripetete gli strati, crema di marroni panna montata e marron glacèes a pezzetti.
Conservate in frigo fino al momento di consumare.

mercoledì 2 dicembre 2009

L'idiota

Ho appena finito di leggere L'idiota di Dostoevskij. Alcune considerazioni sulle quali invito chi vuole ad esprimersi.

1) D. ha creato un protagonista eroe/martire, un Cristo del 19° secolo, ma a un certo punto gli scocciava farlo troppo perfetto o forse invece ha pensato di perfezionarlo dandogli una sofferenza incorporata: l'ha fatto epilettico. Guarda caso D. soffriva di epilessia. Un po' di confusione. In compenso il personaggio del "buono a tutto tondo", l'Aleksej de I fratelli Karamazov, risulta un po' piatto. E' il rischio che si corre coi personaggi "semplificati", quindi forse meglio una imperfezione in più che una in meno?

2) Tutte le scene madri vedono casualmente la compresenza di tutti i personaggi, in casa di uno o dell'altro, etc. Molto artificioso e assolutamente fuori dalla realtà. Ai fini della trama è una pecca.

3) La critica al cattolicesimo, alle ideologie marxiane, etc. messa in bocca a non mi ricordo chi verso la fine del romanzo. Si dice che la Chiesa è partita da Cristo per mettere su una specie di SpA, dove la cosa più importante è esercitare il potere sui proseliti, tramite anche le ricchezze accumulate con gli affari "collaterali", e il messaggio di Cristo è stato infine disatteso. Discorsi scontati e già sentiti, ma sempre veri.

4) La protagonista femminile, icona della donna che si tormenta in cerca della parità sessuale e della libertà, alla fine di ogni tentativo rinuncia per prima, per un senso di inadeguatezza e immeritatezza della propria dignità, e si abbandona nelle mani dell'uomo che la fa sentire donna secondo i canoni antichi (ovvero proprietà dell'uomo, e sottomessa). Una cosa che continuiamo a vedere ogni giorno con le donne moderne, insomma.

5) Poca azione per un romanzo di 750 pagine. Rispetto ad altri romanzi di D., il rapporto azione / lunghezza è il più basso che io abbia riscontrato. Insomma, non succede quasi niente, e quel poco che succede viene raccontato da chi lo è venuto a sapere, non in presa diretta.

Detto questo, non è che non mi sia piaciuto. Anzi, nelle ultime 100 pagine mi piace sempre di più; poi quando mi piace al massimo, finisce. Peccato!