venerdì 2 dicembre 2011

Ridateci quel coso per imparare a ricamare, perdio!


Camillo Langone, sedicente giornalista di un ancor più sedicente quotidiano di cui ometterò il titolo per ragioni di buon gusto e rispetto nei vostri confronti, titolo che tra l'altro vilipende uno dei più grandi valori dell'umanità - ma ricordando Victor Hugo, "la gente pagherebbe per vendersi", quindi spesso quel valore è tale più sulla carta che nella realtà -, dicevo, Camillo Langone (ora non posso scriverlo un'altra volta altrimenti potrei dover aver bisogno urgente del pitale) sostiene che la natalità italiana può risollevarsi facendo smettere di studiare alle donne e tenendole in casa a sfornare lasagne e figlioli.

Ma non lo dice mica lui, attenzione! "Lo dicono le statistiche"!

Ovvero: se la donna va all'università, e poi deve ingranare nel mondo del lavoro (...), e poi fare un po' carriera perché magari una non studia all'università per ricoprire una mansione che poteva ricoprire anche con il diploma, nel frattempo gli anni passano e la donna non può più avere figli perché si sa, gli anni fertili corrispondono a quelli in cui fare carriera.

Tutta questa tirata pro-natalità presuppone ovviamente che i figli siano roba da donne. Ovvero, passati i primi 4 - 6 mesi in cui il bambino va allattato quotidianamente (ma ricordiamo che esiste il tiralatte, e quindi non per tutti e 4 - 6 i mesi la donna deve fisicamente essere lì accanto al bambino che succhia), l'accudimento "non alimentare" del neonato spetta comunque alla donna.
Questo perché si esclude - ovviamente! - la possibilità che gli uomini stiano a casa a guardare i propri figli. Cosa che per esempio in Norvegia succede regolarmente: esiste il congedo di paternità dopo quello di maternità, e il padre è quasi obbligato a prenderlo per permettere alla madre di tornare a lavorare. Babbi che stanno a casa dal lavoro per un anno dopo la nascita del figlio sono all'ordine del giorno, in Norvegia (cfr. puntata di Report del dicembre 2010).

Quando intervistano le donne di successo sulle riviste chiedono loro "come fa a conciliare lavoro e famiglia"; mai che facciano questa domanda agli uomini: tanto ai propri figli ci pensa la loro moglie.

Insomma il teorema del succitato prevede questo: "donne! Se ce la fate a fare carriera e figli contemporaneamente, bene (ma quanto sono generoso, valà); altrimenti lasciate perdere la carriera e fate solo i figli".

"Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito".

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