lunedì 17 ottobre 2011

There is a man, a certain man...

Volevo scrivere un post sul film che ho rivisto di recente, Citizen Kane (misteriosamente tradotto in Italia come Quarto Potere) ma mi rendo conto che è stato già scritto così tanto in merito, e che si possono dire solo cose un po' banali; ora non mi rimane che camminare in punta di piedi e bisbigliare, come in chiesa.

Orson Welles scoprì giovanissimo questo meraviglioso giocattolo (a quei tempi ancora relativamente nuovo) che è il cinema e, eccitato per la grande scoperta, entusiasta per tutto l'amore che nutriva nei suoi confronti, forse anche un po' vittima di un sentimento di horror vacui, decise di fare un film dove ci stava dentro tutto il cinema che si poteva fare per quei tempi.
Divertitevi ad osservare tutte le tecniche cinematografiche presenti nel film: ci sono tutte, tutte o quasi. Astraetevi dal racconto, osservate le immagini, osservate la sovrapposizione della stessa faccia col passare degli anni in scene e situazioni diverse, osservate l'obiettivo che mette a fuoco quello che sta sullo sfondo mentre qualcosa campeggia in primo piano, osservate la cinepresa entrare in casa dalla finestra.

Anche la storia meriterebbe una bella riflessione, e comunque l'hanno già fatta in moltissimi. Io volevo solo dire che la vicenda umana di un grande uomo ricco e solo, per quanto sia uno schema che si vede e si rivede nella storia da sempre, fornisce sempre spunto per riflessioni mai banali.

Questo film va guardato, possibilmente, in lingua originale...