sabato 28 gennaio 2012

In chiesa

Lasciamo stare se uno ci crede o no, se uno ci entra perché vuol prendere una messa o per ripararsi dalla pioggia. Ma provate a entrare in una chiesa, una di quelle belle chiese romaniche buie, tutte umide di pietra; o di quelle barocche, accecanti nel loro splendore d'oro e stucchi; o una di quelle pievi di campagna con la facciata grezza.
Mettetevi a sedere e pensate cosa è stata la vita nel medioevo o giù di lì, quando molte di queste chiese sono state costruite. Ritmi di vita lenti, sempre regolati dalle stagioni; a letto quando fa buio, freddo d'inverno intorno a un focolare e fresco d'estate a dormire in un fienile; un unico pasto giornaliero, consumato intorno a una tavolaccia di legno massiccio; niente rumori, niente fretta, niente pensieri in testa. Un vestito buono per la domenica, uno poco buono per tutti i giorni. Il rintocco delle campane, la musica sacra coi cori polifonici, solo in chiesa; le edicole lungo il ciglio delle strade, con le icone sempre adorne di fiori e candele.
La vita monastica consumata tra riflessione, lavoro manuale, silenzi e preghiera.

Io entrando in chiesa penso anche a tutto questo, e provo un sentimento di pace, come di chi si chiude alle spalle una porta che lo protegga da un rumore assordante.

" le cose tristi, la musica girovaga, i canti d'amore cantati dai vecchi nelle osterie, le preghiere delle suore, i mendicanti pittorescamente stracciati e malati, i convalescenti, gli autunni melanconici pieni di addii, le primavere nei collegi quasi timorose, le campagne magnetiche, le chiese dove piangono indifferentemente i ceri, le rose che si sfogliano su gli altarini nei canti delle vie deserte in cui cresce l'erba... "
(Corrado Govoni, poeta crepuscolare, 1904)

lunedì 16 gennaio 2012

Dimme Rotonda, nun me di' Pantheon

Domenica pomeriggio, ore 17:55.
Stiamo per entrare nel Pantheon, il mitico luogo dove per 3 anni e oltre ho detto di voler entrare "ma tanto c'è ancora tempo, ci passiamo davanti tante volte, poi a visitarlo ci voglion 10 minuti".
Appena entrati, do uno sguardo d'insieme, allibita.
Ade: "Ma come hai pensato di non portarmici, fino ad oggi? Come facevamo a venire via da Roma senza essere stati qua, dentro a questa meraviglia?"
Alka: "Corri! Vieni a vedere! Due signori non li fanno entrare perché hanno un canino, offriamoci di far loro da dog sitter e noi entriamo più tardi!"
Ade: "Sì dai andiamo a vedere il canino!"

Usciamo, ci proponiamo come dog sitters ai proprietari di questo tenerissimo maltese, loro giustamente ci guardano diffidenti e rifiutano l'aiuto "non vi preoccupate, grazie del pensiero, fa lo stesso". Mentre son lì che dico: "ma che carino questo bichon-frisé!" - "No guardi è un maltese...", la guardia sulla porta improvvisamente inizia a gridare:
Guardia: "Signori avvicinatevi subito all'uscita, il Pantheon per oggi è chiuso!"
Ade: "No! Aspetti, mi faccia entrare 5 minuti! 1 minuto! La prego! Non l'avevo ancora visto!"
Guardia: "Ormai per oggi è tardi... Torni un'altra volta."
Ade: "Non posso, è l'ultima volta che vengo a Roma, non avrò altre occasioni, la prego sia buono!"

[ulteriori 2 o 3 insistenze, poi:]

Vecchietta: "E allora ce torni a Roma, no?"
Ade: "Senta signora!, ho fatto tanto per venir via, ho penato 4 anni, ora proprio a Roma nun ce torno stia tranquilla!"

Nel frattempo passa quell'altro sullo sfondo.
Ade: "MALEDETTO! ACCIDENTA A TE E LE TUE IDEE DEL CAZZO DEI CANI ALTRUI!!!"

(peraltro, doppiamente scemi noi, che avremmo dovuto ricordare il celebre episodio)