giovedì 28 marzo 2013

L'educazione francese

Suggestionata dalla lettura delle recensioni e del primo capitolo di questo libro (devo ancora afferirmelo), mi trovo a parlare con un amico francese dei temi ivi trattati.

Ade: ma te cosa ne pensi di questa educazione? Ti ricordi di quando eri piccolo?
Arnaud: io mi ricordo che almeno fino a 10 anni sono andato a dormire alle 20. E poi mi ricordo che i bambini non partecipavano alle serate degli adulti. I bambini venivano sempre spediti a letto. Scene come quelle che ho visto ieri sera mi sono sembrate incredibili. [la sera prima era stato a cena da italiani con una bimba di 4 anni che è stata presente per tutta la serata, e alle 1 di notte era ancora sveglia che guardava cartoni in tv]

Non ho altre domande, Vostro Onore.


venerdì 15 marzo 2013

Vivo e intero in ogni cosa fuori

L'ospizio sorge in campagna, in un luogo amenissimo. Io esco ogni mattina, all'alba, perché ora voglio serbare lo spirito così, fresco d'alba, con tutte le cose come appena si scoprono, che sanno ancora del crudo della notte, prima che il sole ne secchi il respiro umido e le abbagli. Quelle nubi d'acqua là pese plumbee ammassate sui monti lividi, che fanno parere più larga e chiara, nella grana d'ombra ancora notturna, quella verde plaga di cielo. E qua questi fili d'erba, teneri d'acqua anch'essi. freschezza viva delle prode. E quell'asinello rimasto al sereno tutta la notte, che ora guarda con occhi appannati e sbruffa in questo silenzio che gli è tanto vicino e a mano a mano pare gli si allontani cominciando, ma senza stupore, a schiarirglisi attorno, con la luce che dilaga appena sulle campagne deserte e attonite. E queste carraje qua, tra le siepi nere e muricce screpolate, che su lo strazio dei loro solchi ancora stanno e non vanno. E' l'aria nuova. E tutto, attimo per attimo, è com'è, che s'avviva per apparire. Volto subito gli occhi per non vedere più nulla fermarsi nella sua apparenza e morire. Così soltanto io posso vivere, ormai. Rinascere attimo per attimo. Impedire che il pensiero si metta in me di nuovo a lavorare, e dentro mi rifaccia vuoto delle vane costruzioni.
La città è lontana. Me ne giunge, a volte, nella calma del vespro, il suono delle campane. Ma ora quelle campane le odo non più dentro di me, ma fuori, per sé sonare, che forse ne fremono di gioja nella loro cavità ronzante, in un bel cielo azzurro pieno di sole caldo tra lo stridìo delle rondini o nel vento nuvoloso, pesanti e così alte sui campanili aerei. Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane. Io non l'ho più questo bisogno, perché muojo ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori.

"Uno, nessuno e centomila", Luigi Pirandello, l'ultima pagina

giovedì 14 marzo 2013

Ricetta Angel Cake

Note: questa torta è il risultato di altre 5 o 6 torte nella preparazione delle quali mi avanzavano degli albumi. Io li ho fiduciosamente accantonati in un sacchetto nel congelatore, fino ad arrivare ad un totale di 12, senza fretta...
Tutte le menate sul cremortartaro che si leggono sulle varie ricette secondo me sono, appunto, delle menate. Io non ho usato nessun trucchetto ed è filato tutto liscio. Che poi il cremortaro manco so cos'è e dove si compra!

Versate in una pentola capiente (tipo quella che si usa per fare la pasta per 4 persone) 12 albumi d'uovo a temperatura ambiente, e iniziare a sbatterli con le fruste elettriche. Proseguire pazientemente per alcuni minuti finché non iniziano a prendere una consistenza piuttosto compatta.
Aggiungete a più riprese, senza smettere di sbattere, 250 g di zucchero, una bustina di vanillina, un cucchiaino di lievito istantaneo per dolci, infine 150 g di farina. Fate attenzione ad aggiungere poco per volta, amalgamando bene prima di ogni aggiunta successiva l'ingrediente appena aggiunto.
Imburrate uno stampo da ciambella, versate il composto con delicatezza, livellandolo con un cucchiaio.
Infornate nel forno statico già caldo a 140° per 40 minuti. Togliete immediatamente dal forno, sformate la torta aiutandovi a staccarla dalle pareti dello stampo con un coltello, mettetela a raffreddare su una gratella (se non la farete raffreddare e perdere di umidità rapidamente rischierà di afflosciarsi).
Una volta fredda potete cospargerla di zucchero a velo.



martedì 12 marzo 2013

Ricetta vermicelli all'indonesiana (tipo...)

Note: i vermicelli di soia sono più "tipici", ma gli spaghetti di riso (tipo quelli per celiaci) sono forse più facili da trovare e incontrano più facilmente il nostro gusto.

per 2 persone

Tagliate a listarelle una carota sbucciata e una zucchina spuntata e lavata. Tagliate a fette un piccolo porro e una piccola cipolla bionda. Tagliate a fette una manciata di funghi champignon preventivamente ripuliti dalla terra e sciacquati.
Fate saltare in una padella profonda e capiente (o meglio nel wok) tutte le verdure con un filo di olio di mais, un peperoncino spezzato, una spolverata di zenzero, per 5 minuti, il tempo per ammorbidire la carota senza far perdere consistenza alle altre verdure. Durante l'ultimo minuto di cottura aggiungete due manciate di germogli di soia.
Nel frattempo lessate per 5 minuti 250 g di gamberi in acqua bollente. Scolateli, eliminate la testa e gran parte della buccia, lasciando solo la parte terminale con la coda attaccata.
Tagliate i gamberi in 3 pezzi, lasciandone 6 interi.
Aggiungete i gamberi nella padella e saltate a fuoco vivo per un paio di minuti.

Cuocete 100 g di vermicelli di soia (le istruzioni per la cottura sono riportate sulla confezione), o 180 g di spaghetti di riso, scolateli e buttateli subito nella padella. Saltate la pasta con le verdure, aggiungendo salsa di soia a volontà, per 3 minuti.
Aggiungete salsa di soia direttamente nei piatti, a seconda del gusto personale.



venerdì 1 marzo 2013

"Is he the best?" Khrushchev asked. "Then give him the prize!"


Il pesce puzza sempre dalla testa. Ma spesso lo fa solo nel tempo tra una sentenza e un'altra.

Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, D. Lgs. 81/2008.

art. 17 - Obblighi del datore di lavoro non delegabili: la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall'art.28.
art. 18 - Obblighi del datore di lavoro e del dirigente: 
h) adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa.
t) adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell'evacuazione dei luoghi di lavoro.
art. 28 - Oggetto della Valutazione dei Rischi [elaborazione del DVR, Documento di Valutazione dei Rischi di cui all'art. 17], comma 2): il documento di cui all'art. 17, redatto a conclusione della Valutazione, deve avere data certa e contenere:
b) l'indicazione delle misure di prevenzione e protezione e dei dispositivi di protezione individuali adottati a seguito della Valutazione di cui all'art.17 [...].
c) il programma [...] per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli sicurezza.
d) l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell'organizzazione aziendale che vi devono provvedere [...].

"Dolo eventuale - omicidio volontario": per l'amministratore delegato ThyssenKrupp si trattava del verdetto in I grado. La motivazione affermava che il datore di lavoro nella figura dell'A.D., in qualità di responsabile senza possibilità di delega della salute e sicurezza dei lavoratori, ha accettato il rischio a cui sottoponeva i lavoratori, non garantendo le adeguate misure di protezione e sicurezza. Così facendo, consapevole delle proprie responsabilità, ha accettato l'eventualità del danno a carico dei lavoratori, fino all'estremo caso della morte. 

In II grado il giudizio è stato mutato (attenuato) in "colpa cosciente - omicidio colposo"