martedì 3 novembre 2009

Sbagliato odiare i piccioni: sono eroi

Riporto con estrema commozione il riassunto di un articolo pubblicato da Il Giornale qualche settimana fa.

Li combattiamo in tutte le maniere, perché sporcano, perché portano le malattie, perché rompono le balle. Eppure la storia ci insegna che i piccioni meritano tutt'altro rispetto.

Paddy era un piccione nato a Carnlough, Irlanda, che alle 8:15 del 6 giugno 1944 partì dalle coste del nord della Francia alla volta dell'Inghilterra, per portare le prime notizie sullo Sbarco di Normandia. Paddy era in forze alla RAF (Royal Air Force), ed era uno tra i più giovani dei 30 messaggeri alati aggregati alla Prima Divisione statunitense. Quel giorno di giugno Paddy coprì le 230 miglia che lo separavano dalla base di Hampshire in meno di 5 ore, portando notizie strategiche per gli alleati, ma anche ambite dai Tedeschi che avevano liberato nei cieli i loro falchi addestrati. Non ci fu storia: il piccione Paddy, con volo veloce e basso sul mare, fregò gli artigli della falconeria della Luftwaffe. Paddy visse altri dieci anni, per poi morire tra le mani del suo proprietario, il capitano Andrew Huges, non prima di essere stato insignito di una onorificenza al valore militare. Una targa nel porto della sua città natale ricorda tuttora le sue eroiche gesta.

Dal 1943 ad oggi tale decorazione al valore militare è spettata complessivamente a 32 piccioni; per quanto riguarda la Prima Guerra Mondiale, l'eroe indiscusso fu Cher Ami.
Un giorno di ottobre del 1918, il maggiore statunitense Whittlesey e 500 dei suoi uomini erano rimasti intrappolati in una depressione delle colline francesi. Il fuoco amico non sapeva dove erano i soldati, e nel giro di una giornata già la metà di loro era andata perduta sotto il fuoco amico e nemico. Il maggiore diede un bacio a Cher Ami e lo liberò; nel canestrino attaccato alla zampa portava il seguente messaggio: "We are along the road parallel to 276,4. Our own artillery is dropping a barrage directly on us. For heaven's sake, stop it".
I Tedeschi lo videro in volo e aprirono il fuoco, ma il piccolo e Caro Amico volò sempre più su, oltre la portata della "contraerea", e raggiunse gli alleati col suo prezioso messaggio: aveva perso un occhio, un'ala, una zampa era staccata dal corpo. I medici lottarono per giorni per farlo sopravvivere e i Francesi, saputa la sua storia, lo insignirono della Croce di Guerra.
... I colombi ebbero un ruolo strategico nelle due Guerre, e se ne incontrate uno ai bordi della via, ricordatevi di Paddy e di Cher Ami e toglietevi il cappello.

Era dai tempi degli anatroccoli di Konrad Lorenz che non mi venivano i lucciconi agli occhi per storie del genere. Ora quasi quasi, a quei colombi che si sono annidati nella gronda di casa mia e mi scacazzano sul marciapiede ogni giorno, gli porto un po' di becchime. Sniff!

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