venerdì 27 maggio 2011

Personaggi in via di estinzione

Due episodi della scorsa settimana, per la serie: "Chi farà questi mestiere quando questi uomini non ci saranno più?".

Finalmente trovo il nome e l'indirizzo di un tornitore nella mia città; ovvero, uno che da una barra liscia possa ricavarmi una vite con la filettatura che voglio io.
Il tornitore in questione non ha insegna, solo un cartoncino attaccato sulla porta, molto piccolo, dove è scritto non il nome bensì il soprannome, e solo quello. L'officina è un anfratto buio e umido in una stradina stretta del centro storico.
Dentro c'è il genere di sporcizia che ci si aspetta di trovare in una officina meccanica che non viene pulita da decenni. In fondo alla stanza c'è una poltrona coi braccioli di legno, rivestita da una coperta di lana a quadri scozzesi, e un vecchio televisore collegato a un lettore dvd. Il lettore sta leggendo un cd live di Dexter Gordon, e sul tavolinetto accanto torreggia una serie di cd di musica jazz, principalmente sassofonisti, come Gillespie, Armstrong.
Mentre il tornitore - uomo anziano, ca va sans dire - tornisce la mia vite, a un certo punto mi fa:
- Lo sa che è più fine a vederla che a sentirla?
- Ah, si riferisce al modo di parlare, immagino...
- ...L'ha viste come sono, quelle della sua età?
- Cioè vuol dire che fanno finta di essere raffinate o perbenino e poi non hanno mai aperto un quotidiano... brave nei modi e ignoranti nella sostanza?
- Allora quello che le ho detto lo può prendere come un complimento.


Poco più in là del tornitore c'è uno storico biciclettaio, anche lui senza insegna, ma più visibile, perché comunque ha un'ampia vetrina su una strada principale. Stessa tipologia di negozio: lungo, stretto, buio, umido, e più si va avanti, più è sporco. Anche il bicilettaio è un uomo anziano.
Entro per sapere se ha una bicicletta da donna usata. Ci addentriamo sempre più verso stanze successive, alla ricerca di ferri vecchi. Arrivati nell'ultimo cunicolo, vedo e sento uno scartocciare per terra, proprio nell'ultimo angolo in fondo. Un topo nero (perlomeno nella semioscurità mi è parso nero) ci vede arrivare, e come reazione si infila in un buco nel muro, un buco come quello dei cartoni animati, fatto con l'arco a sesto pieno.
- Ehi ma... Dico... l'ha visto?! C'è un topo, qui!
- Eh?
- Dico, un topo!
- Uh. No, biciclette usate, e un m'è rimasto nulla.

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