Venerdì sera entro nella Gelateria dei Medici, in via dello Statuto, a Firenze. I gusti sono infiniti e tutti favolosi, sicché mentre mi decido la signora che mi serve mi chiede se può servire il cliente successivo. Ella si presenta come una specie di Samantha di Sex and the City, ma più simpatica, oserei dire cordialissima; bionda, cotonata, vestita leopardata. Le dico senz'altro di sì e mi appresto a scegliere.
Nel frattempo si libera un'altra inserviente, che mi dà quindi il gelato richiesto - per dovere di cronaca: fiordarancio, più una specie di Buontalenti, più una specie di mou e noccioline caramellate.
Per chiarezza, prima di andarmene mi rivolgo alla signora leopardata dicendole che il gelato me l'ha già dato un'altra.
Allora ella, che era di spalle, si volta, mi dà una rapida occhiata, mi fa un sorrisone e mi benedice con un inaspettato, irripetibile, cinguettante:
"Che tesoro!"
Ecco, questa è stata una di quelle rare volte in cui non ho avuta neppure una vaga idea di cosa rispondere. Me ne sono andata, forse senza salutare, dimentica perfino del gelato che avevo in mano.
3 commenti:
Pasqua di Dio!
chiamatemi Kitty!
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