Note: veloce, ed economica, e anche non troppo calorica!
Poi se volete (su richiesta) vi spiego anche come preparare la besciamella.
per 4 persone
Togliete le foglie più dure e i gambi a 3 finocchi, tagliateli in 4 spicchi, lavateli.
Lessate i finocchi in acqua salata a bollore, lasciateli a metà cottura.
Disponeteli i finocchi sgocciolati in una teglia da forno e versateci sopra 200 grammi di besciamella pronta, noce moscata, pepe nero, mescolate leggermente per ricoprire bene con la salsa. Spolverizzate la superficie con parmigiano grattugiato.
Cuocete in forno a 180° per 30°, o comunque finché non si sarà formata la crosticina dorata come la desiderate. Sfornare e lasciare intiepidire prima di servire.
Si può fare anche con cavolfiore tagliato a cimette.
domenica 29 novembre 2009
lunedì 23 novembre 2009
Cotolette di pollo
Note: se a qualcuno non piacciono... Può andare subito nello spogliatoio.
per 2 persone
Su un tagliere battete col batticarne o con coltello dalla ampia lama 220 grammi di petto di pollo a fettine, così che la carne diventi più tenera e sottile.
Passate le fettine nella farina. Sbattete un uovo in un piatto, aggiungete un pizzico di pepe nero e di sale. Passate le fettine nell’uovo. Infine passate le fettine nel pangrattato.
Cuocete i petti di pollo in una padella dove avrete fatto sciogliere un pezzo di burro (col burro rispetto all’olio il risultato sarà più morbido e gustoso), alcuni minuti per parte, finché non si è formata una crosticina dorata.
per 2 persone
Su un tagliere battete col batticarne o con coltello dalla ampia lama 220 grammi di petto di pollo a fettine, così che la carne diventi più tenera e sottile.
Passate le fettine nella farina. Sbattete un uovo in un piatto, aggiungete un pizzico di pepe nero e di sale. Passate le fettine nell’uovo. Infine passate le fettine nel pangrattato.
Cuocete i petti di pollo in una padella dove avrete fatto sciogliere un pezzo di burro (col burro rispetto all’olio il risultato sarà più morbido e gustoso), alcuni minuti per parte, finché non si è formata una crosticina dorata.
mercoledì 18 novembre 2009
Voce del verbo arrazzare, prima persona singolare, riflessivo
E poi ho scritto anche questo, fresco fresco. (Così tanto per non scontentare nessuno).
martedì 17 novembre 2009
Crocifisso sì, crocifisso no
Ecco, avevo pubblicato questo una settimana fa, su www.sullanotizia.com.
Buona lettura! (e leggete, dài)
Buona lettura! (e leggete, dài)
giovedì 12 novembre 2009
Bianca Maria early afternoon show
BM: "Quella terapia... che si chiama fioback"
Adelaide: "Eh?! Ma sei sicura?"
BM: "Sì... fisioback"
Adelaide: "Ma forse intendevi dire biofeedback?"
BM: "Sì, infatti!"
Adelaide: "Ah."
nella stessa giornata:
BM: "Allora è bello quel film? voglio andare proprio a vederlo... Nemico amico vero?"
Adelaide: "Eh?! Ma sei sicura?"
BM: "Sì... fisioback"
Adelaide: "Ma forse intendevi dire biofeedback?"
BM: "Sì, infatti!"
Adelaide: "Ah."
nella stessa giornata:
BM: "Allora è bello quel film? voglio andare proprio a vederlo... Nemico amico vero?"
domenica 8 novembre 2009
Pancotto di cipolle
Note: con la stessa ricetta, ma sostituendo la cipolla con pomodori, si può preparare la pappa col pomodoro. I pomodori andranno lavati, sbucciati, strizzati per eliminare la maggior parte dei semi e infine tagliati a tocchetti.
per 4 persone
Soffriggete uno spicchio d’aglio in un tegame con olio d’oliva, poi toglietelo e aggiungete 300 grammi di cipolla rossa affettata sottilissima. Fate stufare (insomma, cuocere) a fuoco basso e pentola coperta per 10 minuti.
Poi aggiungete 8 fette di pane tipo toscano raffermo spezzettate e un litro di brodo vegetale, o comunque la quantità sufficiente a ricoprire tutto il pane.
Il brodo vegetale si può preparare anche versando un litro di acqua calda e un dado vegetale sulle fette di pane.
Per pane toscano si intende un filone, di solito da mezzo kg o un kg, di pane "semplice", fatto di farina acqua e lievito, senza grassi e senza sale. Vanno bene anche pani tipo "siciliano", "pugliese", insomma tutti i pani con l'aspetto tradizionale del pane. Sconsigliati quindi i panini all'olio, al burro, i filoncini "alla francese", etc.
Aggiungete sale e pepe, mescolate vigorosamente durante tutta la cottura per favorire l’assorbimento del brodo da parte del pane e quindi il completo sbriciolamento di quest’ultimo, al fine di creare una zuppa densa. La cottura durerà il tempo necessario a fare assorbire tutto il brodo e a raggiungere la densità desiderata.
Servite nei piatti ed innaffiate con olio di oliva e qualche goccia di aceto balsamico, infine parmigiano grattugiato.
per 4 persone
Soffriggete uno spicchio d’aglio in un tegame con olio d’oliva, poi toglietelo e aggiungete 300 grammi di cipolla rossa affettata sottilissima. Fate stufare (insomma, cuocere) a fuoco basso e pentola coperta per 10 minuti.
Poi aggiungete 8 fette di pane tipo toscano raffermo spezzettate e un litro di brodo vegetale, o comunque la quantità sufficiente a ricoprire tutto il pane.
Il brodo vegetale si può preparare anche versando un litro di acqua calda e un dado vegetale sulle fette di pane.
Per pane toscano si intende un filone, di solito da mezzo kg o un kg, di pane "semplice", fatto di farina acqua e lievito, senza grassi e senza sale. Vanno bene anche pani tipo "siciliano", "pugliese", insomma tutti i pani con l'aspetto tradizionale del pane. Sconsigliati quindi i panini all'olio, al burro, i filoncini "alla francese", etc.
Aggiungete sale e pepe, mescolate vigorosamente durante tutta la cottura per favorire l’assorbimento del brodo da parte del pane e quindi il completo sbriciolamento di quest’ultimo, al fine di creare una zuppa densa. La cottura durerà il tempo necessario a fare assorbire tutto il brodo e a raggiungere la densità desiderata.
Servite nei piatti ed innaffiate con olio di oliva e qualche goccia di aceto balsamico, infine parmigiano grattugiato.
martedì 3 novembre 2009
Sbagliato odiare i piccioni: sono eroi
Riporto con estrema commozione il riassunto di un articolo pubblicato da Il Giornale qualche settimana fa.
Li combattiamo in tutte le maniere, perché sporcano, perché portano le malattie, perché rompono le balle. Eppure la storia ci insegna che i piccioni meritano tutt'altro rispetto.
Paddy era un piccione nato a Carnlough, Irlanda, che alle 8:15 del 6 giugno 1944 partì dalle coste del nord della Francia alla volta dell'Inghilterra, per portare le prime notizie sullo Sbarco di Normandia. Paddy era in forze alla RAF (Royal Air Force), ed era uno tra i più giovani dei 30 messaggeri alati aggregati alla Prima Divisione statunitense. Quel giorno di giugno Paddy coprì le 230 miglia che lo separavano dalla base di Hampshire in meno di 5 ore, portando notizie strategiche per gli alleati, ma anche ambite dai Tedeschi che avevano liberato nei cieli i loro falchi addestrati. Non ci fu storia: il piccione Paddy, con volo veloce e basso sul mare, fregò gli artigli della falconeria della Luftwaffe. Paddy visse altri dieci anni, per poi morire tra le mani del suo proprietario, il capitano Andrew Huges, non prima di essere stato insignito di una onorificenza al valore militare. Una targa nel porto della sua città natale ricorda tuttora le sue eroiche gesta.
Dal 1943 ad oggi tale decorazione al valore militare è spettata complessivamente a 32 piccioni; per quanto riguarda la Prima Guerra Mondiale, l'eroe indiscusso fu Cher Ami.
Un giorno di ottobre del 1918, il maggiore statunitense Whittlesey e 500 dei suoi uomini erano rimasti intrappolati in una depressione delle colline francesi. Il fuoco amico non sapeva dove erano i soldati, e nel giro di una giornata già la metà di loro era andata perduta sotto il fuoco amico e nemico. Il maggiore diede un bacio a Cher Ami e lo liberò; nel canestrino attaccato alla zampa portava il seguente messaggio: "We are along the road parallel to 276,4. Our own artillery is dropping a barrage directly on us. For heaven's sake, stop it".
I Tedeschi lo videro in volo e aprirono il fuoco, ma il piccolo e Caro Amico volò sempre più su, oltre la portata della "contraerea", e raggiunse gli alleati col suo prezioso messaggio: aveva perso un occhio, un'ala, una zampa era staccata dal corpo. I medici lottarono per giorni per farlo sopravvivere e i Francesi, saputa la sua storia, lo insignirono della Croce di Guerra.
... I colombi ebbero un ruolo strategico nelle due Guerre, e se ne incontrate uno ai bordi della via, ricordatevi di Paddy e di Cher Ami e toglietevi il cappello.
Era dai tempi degli anatroccoli di Konrad Lorenz che non mi venivano i lucciconi agli occhi per storie del genere. Ora quasi quasi, a quei colombi che si sono annidati nella gronda di casa mia e mi scacazzano sul marciapiede ogni giorno, gli porto un po' di becchime. Sniff!
Li combattiamo in tutte le maniere, perché sporcano, perché portano le malattie, perché rompono le balle. Eppure la storia ci insegna che i piccioni meritano tutt'altro rispetto.
Paddy era un piccione nato a Carnlough, Irlanda, che alle 8:15 del 6 giugno 1944 partì dalle coste del nord della Francia alla volta dell'Inghilterra, per portare le prime notizie sullo Sbarco di Normandia. Paddy era in forze alla RAF (Royal Air Force), ed era uno tra i più giovani dei 30 messaggeri alati aggregati alla Prima Divisione statunitense. Quel giorno di giugno Paddy coprì le 230 miglia che lo separavano dalla base di Hampshire in meno di 5 ore, portando notizie strategiche per gli alleati, ma anche ambite dai Tedeschi che avevano liberato nei cieli i loro falchi addestrati. Non ci fu storia: il piccione Paddy, con volo veloce e basso sul mare, fregò gli artigli della falconeria della Luftwaffe. Paddy visse altri dieci anni, per poi morire tra le mani del suo proprietario, il capitano Andrew Huges, non prima di essere stato insignito di una onorificenza al valore militare. Una targa nel porto della sua città natale ricorda tuttora le sue eroiche gesta.
Dal 1943 ad oggi tale decorazione al valore militare è spettata complessivamente a 32 piccioni; per quanto riguarda la Prima Guerra Mondiale, l'eroe indiscusso fu Cher Ami.
Un giorno di ottobre del 1918, il maggiore statunitense Whittlesey e 500 dei suoi uomini erano rimasti intrappolati in una depressione delle colline francesi. Il fuoco amico non sapeva dove erano i soldati, e nel giro di una giornata già la metà di loro era andata perduta sotto il fuoco amico e nemico. Il maggiore diede un bacio a Cher Ami e lo liberò; nel canestrino attaccato alla zampa portava il seguente messaggio: "We are along the road parallel to 276,4. Our own artillery is dropping a barrage directly on us. For heaven's sake, stop it".
I Tedeschi lo videro in volo e aprirono il fuoco, ma il piccolo e Caro Amico volò sempre più su, oltre la portata della "contraerea", e raggiunse gli alleati col suo prezioso messaggio: aveva perso un occhio, un'ala, una zampa era staccata dal corpo. I medici lottarono per giorni per farlo sopravvivere e i Francesi, saputa la sua storia, lo insignirono della Croce di Guerra.
... I colombi ebbero un ruolo strategico nelle due Guerre, e se ne incontrate uno ai bordi della via, ricordatevi di Paddy e di Cher Ami e toglietevi il cappello.
Era dai tempi degli anatroccoli di Konrad Lorenz che non mi venivano i lucciconi agli occhi per storie del genere. Ora quasi quasi, a quei colombi che si sono annidati nella gronda di casa mia e mi scacazzano sul marciapiede ogni giorno, gli porto un po' di becchime. Sniff!
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