Prima che anche il Vaticano emani una opinione di Stato sulla figura di Michael Jackson (e si tratta di quelle opinioni che il TG1 ha sempre premura di posizionare come prima notizia), e visto che ormai ne hanno parlato cani e maiali, volevo dire due cosette anche io, per inutili che siano, sul suddetto Michael.
Tutto quello di più stravangante e assurdo che riguarda Michael Jackson, ovvero il 95% di quello che lo ha riguardato dal 1990 ad oggi, diciamo... Pensate a tutto questo.
Pensate alla pelle sbiancata (?), al naso rifatto e rappezzato più e più volte, a tutti gli altri interventi di chirurgia estetica che ci sono sfuggiti ma che sicuramente ci sono stati. Pensate a Neverland, pensate a un uomo di 30 anni e oltre che vive circondato di giostre, bambini, giocattoli e nel frattempo gestisce un patrimonio pari al debito pubblico di un Paese sviluppato (o anche sottosviluppato, non me ne intendo tanto).
Ci pensate, e vi sembrano cose assurde, e dite che Michael Jackson non era una persona normale. E avete ragione! Ma se cominciamo a pensare prima di tutto al fatto che era una persona non-normale, tutto il resto non è più assurdo: è tutto prevedibile.
Celebre dall'età di 5 anni, lavoratore (come cantante e ballerino, vabbè, direte voi) quando doveva solo essere un bambino, autore dell'album più venduto di tutti i tempi all'età di 24 anni, oggetto non di ammirazione ma di idolatria da parte dei fans fin da allora (ripeto, 24 anni: dove eravamo noi a 24 anni?). Impossibilitato ad uscire di casa anche solo per prendere la posta senza essere assalito dai fans (e considerate che una come Madonna, per dire una a caso, la avvistano sempre la mattina che va a correre... la avvistano che entra e esce dalla palestra... Lei tutte queste cose le vive in scala molto più contenuta).
Scusate, ma voi al posto suo ce l'avreste fatta a essere un minimo normali? Dico: un minimo normali. Ecco, se ammettiamo che non ce l'avremmo fatta, io lo ammetto, tutto il resto di quello che è successo, era previsto. Ci sarebbe stato da stupirsi del contrario.
martedì 30 giugno 2009
lunedì 29 giugno 2009
Ricetta saltimbocca alla romana
Note: la salvia non è una guarnizione, è un ingrediente fondamentale di questa ricetta!
Infarinate delle fettine sottili sottili di carne di manzo o di vitello, per esempio di quelle che sulla confezione riportano il suggerimento "per carpaccio"; vanno bene anche un pochino più spesse ma non devono essere spesse come delle vere e proprie braciole. Calcolate circa 100 g di carne per ciascun commensale.
Stendete su ciascuna fettina infarinata una fettina di prosciutto crudo, e una foglia di salvia precedentemente lavata. Infilzate ciascuna fettina con uno stuzzicadenti.
Sciogliete un pezzetto di burro in una padella, dopodiché adagiatevi le fettine e fatele dorare su entrambi i lati, facendo attenzione a che non si stacchino il prosciutto e la salvia.
Salate e pepate.
Completate la cottura versando un bicchierino di vino bianco, e rigirando velocemente le fettine mentre il vino evapora.
Infarinate delle fettine sottili sottili di carne di manzo o di vitello, per esempio di quelle che sulla confezione riportano il suggerimento "per carpaccio"; vanno bene anche un pochino più spesse ma non devono essere spesse come delle vere e proprie braciole. Calcolate circa 100 g di carne per ciascun commensale.
Stendete su ciascuna fettina infarinata una fettina di prosciutto crudo, e una foglia di salvia precedentemente lavata. Infilzate ciascuna fettina con uno stuzzicadenti.
Sciogliete un pezzetto di burro in una padella, dopodiché adagiatevi le fettine e fatele dorare su entrambi i lati, facendo attenzione a che non si stacchino il prosciutto e la salvia.
Salate e pepate.
Completate la cottura versando un bicchierino di vino bianco, e rigirando velocemente le fettine mentre il vino evapora.
giovedì 25 giugno 2009
Numeri primi soli ma sempre meglio che male accompagnati
Il mio amico Massimo mi chiede una opinione sul seguente argomento.
Gli amici astronomi / matematici / amanti dei numeri primi sono invitati a leggere e commentare.
Massimo in particolare domanda:
Secondo te o i tuoi amici trattasi di un lavoro "fondamentale" o di una plaisanterie matematica? Di un simpatico giochino? No, perché sui numeri primi si sono scervellati i vari Gauss, Eulero, Riemann e così via... Qualora il lavoro fosse meritevole ci troveremmo di fronte ad un novello Fermat, un non professionista che trova risultati sorprendenti...
Gli amici astronomi / matematici / amanti dei numeri primi sono invitati a leggere e commentare.
Massimo in particolare domanda:
Secondo te o i tuoi amici trattasi di un lavoro "fondamentale" o di una plaisanterie matematica? Di un simpatico giochino? No, perché sui numeri primi si sono scervellati i vari Gauss, Eulero, Riemann e così via... Qualora il lavoro fosse meritevole ci troveremmo di fronte ad un novello Fermat, un non professionista che trova risultati sorprendenti...
mercoledì 24 giugno 2009
Ricetta pastasciutta alla Norma
Note: non so chi sia questa Norma, ma a me le melanzane mi garbano proprio tanto! E anche nella pasta!
Per 3 persone, affettate 2 melanzane lunghe nel senso della larghezza, formando delle rotelle di spessore 1 cm. Formate strati di melanzane e una spolverata di sale fino su un piatto, coprite con un altro piatto e mettete sopra un peso (pentole impilate, libri, etc): lasciate che le melanzane emettano l'acqua di vegetazione, facendo passare circa un'ora. Sgocciolata l'acqua marrone che si sarà formata sul fondo del piatto, lavate le fette di melanzana per togliere i residui di sale.
Passate le melanzane nella farina e friggetele in una padella in cui avrete versato 2 dita di olio per friggere (semi, girasole, mais). L'olio deve essere bollente quando si mettono a friggere le melanzane, ovviamente.
Friggetele su entrambi i lati finché non sono dorate, poi fatele scolare l'olio su un piatto con carta assorbente. Infine salatele leggermente e tagliate ogni fetta in 4 parti.
Nel frattempo fate cuocere la pasta, preferibilmente spaghetti grossi, in abbondante acqua, salata al momento dell'ebolizione.
Preparate una salsa di pomodoro leggera, per esempio usando la passata in bottiglia, scaldandola in un pentolino.
Condite la pasta con la salsa di pomodoro, i pezzetti di melanzana fritta, foglie di basilico fresco tagliate a pezzetti, e una grattugiata abbondante di pecorino stagionato, pepe e olio d'oliva a crudo. Mescolate con cura per amalgamare i sapori.
Buon appetito!
Per 3 persone, affettate 2 melanzane lunghe nel senso della larghezza, formando delle rotelle di spessore 1 cm. Formate strati di melanzane e una spolverata di sale fino su un piatto, coprite con un altro piatto e mettete sopra un peso (pentole impilate, libri, etc): lasciate che le melanzane emettano l'acqua di vegetazione, facendo passare circa un'ora. Sgocciolata l'acqua marrone che si sarà formata sul fondo del piatto, lavate le fette di melanzana per togliere i residui di sale.
Passate le melanzane nella farina e friggetele in una padella in cui avrete versato 2 dita di olio per friggere (semi, girasole, mais). L'olio deve essere bollente quando si mettono a friggere le melanzane, ovviamente.
Friggetele su entrambi i lati finché non sono dorate, poi fatele scolare l'olio su un piatto con carta assorbente. Infine salatele leggermente e tagliate ogni fetta in 4 parti.
Nel frattempo fate cuocere la pasta, preferibilmente spaghetti grossi, in abbondante acqua, salata al momento dell'ebolizione.
Preparate una salsa di pomodoro leggera, per esempio usando la passata in bottiglia, scaldandola in un pentolino.
Condite la pasta con la salsa di pomodoro, i pezzetti di melanzana fritta, foglie di basilico fresco tagliate a pezzetti, e una grattugiata abbondante di pecorino stagionato, pepe e olio d'oliva a crudo. Mescolate con cura per amalgamare i sapori.
Buon appetito!
lunedì 22 giugno 2009
Le ovvie conclusioni sul referendum
Il mancato raggiungimento del quorum ai referendum da ormai più di 15 anni ci pone davanti a due ovvie scelte:
#1. Si abolisce il quorum.
#2. Si aboliscono i referendum.
Mi sembra tutto molto ovvio ma per precisione illustrerò brevemente le motivazioni.
#1. Non è giusto che chi esprime il proprio parere tramite un voto, adempiendo ad un dovere civico previsto dalla Costituzione, venga mortificato e annichilito da chi non lo fa, e non lo fa di solito per ignoranza, menefreghismo, etc.
Forse qualcuno di questi ignoranti e indegni cittadini, se non ci fosse il quorum da raggiungere, penserebbero: "cavolo! con questo referendum decideranno cose che riguarderanno anche me, anche se io non votassi... sarà meglio che vada anche io a difendere la mia opinione!".
#2. Se si continua a voler concepire il referendum soltanto abbinato al meccanismo del raggiungimento del quorum, sarà il caso che si aboliscano i referendum, oppure che le spese referendarie vengano sostenute dal comitato promotore, in caso di mancato raggiungimento del quorum.
Paradossalmente, non si può obbligare la gente a votare. Se si sa che questa gente non vuole votare, chi allestisce le elezioni fa cosa dannosa alla collettività perché consapevole di provocare lo sperpero di carta, acqua, inchiostro, luce, etc. insomma di soldi delle nostre tasche.
Coi soldi del referendum si ricostruiva L'Aquila, più o meno.
Sentiamo se da dopo le 15 di oggi qualche politico o giornalista si azzarderà a farlo notare.
#1. Si abolisce il quorum.
#2. Si aboliscono i referendum.
Mi sembra tutto molto ovvio ma per precisione illustrerò brevemente le motivazioni.
#1. Non è giusto che chi esprime il proprio parere tramite un voto, adempiendo ad un dovere civico previsto dalla Costituzione, venga mortificato e annichilito da chi non lo fa, e non lo fa di solito per ignoranza, menefreghismo, etc.
Forse qualcuno di questi ignoranti e indegni cittadini, se non ci fosse il quorum da raggiungere, penserebbero: "cavolo! con questo referendum decideranno cose che riguarderanno anche me, anche se io non votassi... sarà meglio che vada anche io a difendere la mia opinione!".
#2. Se si continua a voler concepire il referendum soltanto abbinato al meccanismo del raggiungimento del quorum, sarà il caso che si aboliscano i referendum, oppure che le spese referendarie vengano sostenute dal comitato promotore, in caso di mancato raggiungimento del quorum.
Paradossalmente, non si può obbligare la gente a votare. Se si sa che questa gente non vuole votare, chi allestisce le elezioni fa cosa dannosa alla collettività perché consapevole di provocare lo sperpero di carta, acqua, inchiostro, luce, etc. insomma di soldi delle nostre tasche.
Coi soldi del referendum si ricostruiva L'Aquila, più o meno.
Sentiamo se da dopo le 15 di oggi qualche politico o giornalista si azzarderà a farlo notare.
domenica 21 giugno 2009
Ricetta tiramisù all'ananas
Note: non mi ringrazierete mai abbastanza. Comunque potete cominciare già da subito.
Frullate (con una frusta elettrica alla massima velocità) 2 albumi d'uovo freddi di frigo, in una ciotola fredda di frigo, finché non diventeranno gonfi e sodi, che praticamente se inclinate la ciotola scivolano tutti insieme come un budino. Teneteli da parte.
In un'altra ciotola frullate i 2 tuorli con 4 cucchiaiate di zucchero, e frullate finché i tuorli non diventano spumosi e giallino chiaro. Aggiungete 250 g di mascarpone e mescolate delicatamente, a mano con la forchetta oppure con la frusta a velocità minima.
Aggiungete gli albumi montati a neve mooooolto delicatamente, incorporandoli con la forchetta, con movimenti circolari dall'alto al basso. No mescolate tanto né energicamente sennò si smontano gli albumi.
Aprite una scatola di ananas in scatola (appunto), versate il succo in una ciotola, bagnatevi leggermente i savoiardi (compratene una scatola di Vicenzovo, come quantità più o meno è quella, forse vi avanzeranno) e disponeteli in uno strato ordinato in una teglia da forno da 6 persone.
Coprite con metà della crema al mascarpone e con pezzetti di ananas sciroppato uniformemente distribuiti.
Ripetete la stratigrafia con savoiardi inzuppati, crema al mascarpone, ananas sciroppato.
Si può fare anche con pesche, albicocche, pere, insomma con altra frutta sciroppata.
Tenete in frigo fino al momento di mangiarlo.
Buon appetito!
Frullate (con una frusta elettrica alla massima velocità) 2 albumi d'uovo freddi di frigo, in una ciotola fredda di frigo, finché non diventeranno gonfi e sodi, che praticamente se inclinate la ciotola scivolano tutti insieme come un budino. Teneteli da parte.
In un'altra ciotola frullate i 2 tuorli con 4 cucchiaiate di zucchero, e frullate finché i tuorli non diventano spumosi e giallino chiaro. Aggiungete 250 g di mascarpone e mescolate delicatamente, a mano con la forchetta oppure con la frusta a velocità minima.
Aggiungete gli albumi montati a neve mooooolto delicatamente, incorporandoli con la forchetta, con movimenti circolari dall'alto al basso. No mescolate tanto né energicamente sennò si smontano gli albumi.
Aprite una scatola di ananas in scatola (appunto), versate il succo in una ciotola, bagnatevi leggermente i savoiardi (compratene una scatola di Vicenzovo, come quantità più o meno è quella, forse vi avanzeranno) e disponeteli in uno strato ordinato in una teglia da forno da 6 persone.
Coprite con metà della crema al mascarpone e con pezzetti di ananas sciroppato uniformemente distribuiti.
Ripetete la stratigrafia con savoiardi inzuppati, crema al mascarpone, ananas sciroppato.
Si può fare anche con pesche, albicocche, pere, insomma con altra frutta sciroppata.
Tenete in frigo fino al momento di mangiarlo.
Buon appetito!
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mamma che buono questo
Integrazioni al post precedente, più chiare del post stesso
allora correggiamo il tiro, spiegando meglio (i post chiari e concisi non fan per me, mentre filippo è certo più bravo).
in italia c'è poca voglia di andare all'università, abbiamo la media più bassa in europa di laureati. quelli che ci vanno, per la stragrande maggioranza dei casi è gente che vuole parcheggiarsi da qualche parte per ritardare l'ingresso nel mondo del lavoro = responsabilità = diventare adulti = sveglia presto tutte le mattine.
infatti per la stragrande maggioranza dei casi in italia si scelgono facoltà poco impegnative, infatti avrete tutti sentito parlare della penuria di laureati in facoltà tecniche e scientifiche.
dal momento che il primo obiettivo è studiare poco, ne consegue che si vuole massimizzare il tempo per il divertimento. e il divertimento, per chi ha tanto tempo a disposizione, riesce a essere ben più che una birretta e poi a nanna.
detto questo, poi, ci sono anche quelli che scelgono un corso di studi per passione, qualsiasi corso di studi, anche filologia anche papirologia etc. ma anche giurisprudenza eh! per carità!
tutti questi fanno parte delle "dovute eccezioni" da me citate nel post.
in italia c'è poca voglia di andare all'università, abbiamo la media più bassa in europa di laureati. quelli che ci vanno, per la stragrande maggioranza dei casi è gente che vuole parcheggiarsi da qualche parte per ritardare l'ingresso nel mondo del lavoro = responsabilità = diventare adulti = sveglia presto tutte le mattine.
infatti per la stragrande maggioranza dei casi in italia si scelgono facoltà poco impegnative, infatti avrete tutti sentito parlare della penuria di laureati in facoltà tecniche e scientifiche.
dal momento che il primo obiettivo è studiare poco, ne consegue che si vuole massimizzare il tempo per il divertimento. e il divertimento, per chi ha tanto tempo a disposizione, riesce a essere ben più che una birretta e poi a nanna.
detto questo, poi, ci sono anche quelli che scelgono un corso di studi per passione, qualsiasi corso di studi, anche filologia anche papirologia etc. ma anche giurisprudenza eh! per carità!
tutti questi fanno parte delle "dovute eccezioni" da me citate nel post.
mercoledì 17 giugno 2009
Correlazione tra percorso di studi e relazioni sociali nei giovani d'oggi
Avete presenti quei giovani studenti il cui tempo libero si suddivide in proporzioni variabili tra aperitivi chic, discoteche, locali "da fighi", passeggiate "da fighi" in centro, palestre "da fighi", acquisto di abbigliamento "da fighi"? Quelli che escono dal mercoledì alla domenica, e da maggio a settembre tutti i fine settimana se ne vanno al mare? Quelli che vanno alla serata universitaria di qualsiasi discoteca anche se è di martedì, tanto il mercoledì mattina nessuno li obbliga ad alzarsi presto?
Ecco, facendo le dovute eccezioni, senza voler risultare razzista nei confronti di quelli che hanno intrapreso carriere universitarie "poco impegnative", la mia esperienza personale mi ha mostrato che coloro che fanno quanto sopra, sono in linea di massima:
1) singles
2) iscritti a facoltà "poco impegnative": tutte le facoltà umanistiche più quelle economiche (?).
E vi dirò di più: 2) implica la premessa, la premessa a sua volta implica e sottintende 1). Ovvero? Chi si iscrive a una facoltà che gli lascia tanto tempo per potersi divertire, senza obblighi di frequenza, senza necessità di seguire lezioni che si possono leggere su un libro a casa, senza necessità di spremere accuratamente le meningi per arrivare a comprendere un concetto [matematico, per esempio], questo tanto tempo lo sfrutta per divertirsi come i giovani amano divertirsi. E le cose più "divertenti" si fanno da single.
Sull'altro versante, chi ha scelto un percorso di studio scandito da impegni costanti e prolungati con i libri, ha poco tempo per divertirsi, e preferisce utilizzarlo per svolgere attività ricreative più "tranquille", che non necessitino di mezza giornata di recupero [dormire il sabato mattina dopo un venerdì sera in discoteca], ma anzi che permettano di svegliarsi presto e pimpanti il giorno dopo. Questo è ciò che succedeva quando organizzavamo cene con i compagni di università: tutti scappavano a mezzanotte e mezzo, ché la mattina dopo dovevano studiare. Questo genere di ricreazione, come una bevuta al pub, una pizza, un gelato, una passeggiata per il centro, è oltremodo adatta per la vita di coppia. Dei circa 30 studenti con cui abbiamo fatto "gruppo" all'università, ad oggi ce ne sono 4 non fidanzati.
E' sottinteso che i soggetti appartenenti al primo gruppo considerino i soggetti appartenenti al secondo gruppo dei mezzi sfigati che vanno a letto presto; viceversa, i secondi considerano i primi dei fighetti modaioli e superficiali. Tutto questo con le dovute eccezioni, ma insomma, ci siamo capiti. Che ne pensate?
Ecco, facendo le dovute eccezioni, senza voler risultare razzista nei confronti di quelli che hanno intrapreso carriere universitarie "poco impegnative", la mia esperienza personale mi ha mostrato che coloro che fanno quanto sopra, sono in linea di massima:
1) singles
2) iscritti a facoltà "poco impegnative": tutte le facoltà umanistiche più quelle economiche (?).
E vi dirò di più: 2) implica la premessa, la premessa a sua volta implica e sottintende 1). Ovvero? Chi si iscrive a una facoltà che gli lascia tanto tempo per potersi divertire, senza obblighi di frequenza, senza necessità di seguire lezioni che si possono leggere su un libro a casa, senza necessità di spremere accuratamente le meningi per arrivare a comprendere un concetto [matematico, per esempio], questo tanto tempo lo sfrutta per divertirsi come i giovani amano divertirsi. E le cose più "divertenti" si fanno da single.
Sull'altro versante, chi ha scelto un percorso di studio scandito da impegni costanti e prolungati con i libri, ha poco tempo per divertirsi, e preferisce utilizzarlo per svolgere attività ricreative più "tranquille", che non necessitino di mezza giornata di recupero [dormire il sabato mattina dopo un venerdì sera in discoteca], ma anzi che permettano di svegliarsi presto e pimpanti il giorno dopo. Questo è ciò che succedeva quando organizzavamo cene con i compagni di università: tutti scappavano a mezzanotte e mezzo, ché la mattina dopo dovevano studiare. Questo genere di ricreazione, come una bevuta al pub, una pizza, un gelato, una passeggiata per il centro, è oltremodo adatta per la vita di coppia. Dei circa 30 studenti con cui abbiamo fatto "gruppo" all'università, ad oggi ce ne sono 4 non fidanzati.
E' sottinteso che i soggetti appartenenti al primo gruppo considerino i soggetti appartenenti al secondo gruppo dei mezzi sfigati che vanno a letto presto; viceversa, i secondi considerano i primi dei fighetti modaioli e superficiali. Tutto questo con le dovute eccezioni, ma insomma, ci siamo capiti. Che ne pensate?
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lunedì 15 giugno 2009
Ricetta zucchine gratinate
Note: dal mio orto è arrivata la prima tornata di zucchine; a seguire, una tonnellata di zucchine distribuite su un mese e mezzo di raccolto. Si salvi chi può!
Per 3 persone, calcolate 6 zucchine di medio-grosse, di quelle lunghe, ovviamente (sulle zucchine tonde torneremo in futuro con interessanti applicazioni).
Tagliate le zucchine a fette di spessore mezzo centimetro, nel senso della lunghezza. Cuocetele in acqua bollente per 2 minuti, scolatele e fatele intiepidire.
Preparate un mix in parti uguali di parmigiano grattugiato e pane grattugiato: non specifico le dosi, voi preparatene una scodella e se finisce prima, lo ripreparerete.
Passate le fette di zucchine nel mix di grattugiati su entrambi i lati, e disponetele ordinatamente, volendo un po' sovrammontate, su una teglia di quelle da 8 porzioni che avrete preventivamente unto con un filo di olio d'oliva.
Condite la teglia di zucchine impanate con un filo d'olio d'oliva, sale, pepe.
Infornate a 180° per 30 minuti. Lasciate intiepidire prima di consumare: sono più buone.
Buon appetito!
Per 3 persone, calcolate 6 zucchine di medio-grosse, di quelle lunghe, ovviamente (sulle zucchine tonde torneremo in futuro con interessanti applicazioni).
Tagliate le zucchine a fette di spessore mezzo centimetro, nel senso della lunghezza. Cuocetele in acqua bollente per 2 minuti, scolatele e fatele intiepidire.
Preparate un mix in parti uguali di parmigiano grattugiato e pane grattugiato: non specifico le dosi, voi preparatene una scodella e se finisce prima, lo ripreparerete.
Passate le fette di zucchine nel mix di grattugiati su entrambi i lati, e disponetele ordinatamente, volendo un po' sovrammontate, su una teglia di quelle da 8 porzioni che avrete preventivamente unto con un filo di olio d'oliva.
Condite la teglia di zucchine impanate con un filo d'olio d'oliva, sale, pepe.
Infornate a 180° per 30 minuti. Lasciate intiepidire prima di consumare: sono più buone.
Buon appetito!
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si fa presto a dire gratinate
venerdì 12 giugno 2009
Il sale quando va messo? e altri misteri
Riporto quanto emerso nei commenti a un recente post, e quanto avevo già detto tempo addietro, mi pare.
Il sale nell'acqua di cottura della pasta va messo quando già l'acqua bolle decisamente, non quando sta per cominciare a bollire, né quando è ancora fredda. Altrimenti, impiegherà molto più tempo a bollire. Potremmo stare qui ore ed ore a scrivere dei motivi fisici per cui ciò è così (!), ma siccome a voi non interessa e io non ho voglia, fidatevi.
Altre importanti raccomandazioni per la cottura della pasta (che a noi italiani pare una cosa che sanno fare tutti ma in realtà molti di noi sono capaci di produrre risultati che non farebbero invidia a un americano) eccole qua:
- rigirare molto spesso, tipo ogni 20 secondi, nei primi 2 minuti di cottura; ogni 2 minuti, successivamente;
- cuocere a fiamma ALTA! La fiamma bassa fa sì che gli strati di semola più esterni si spappolino quando il centro è ancora duro. Risultato: dopo il tempo di cottura previsto avrete pasta esternamente scotta.
- cuocere senza coperchio, tanto ci pensa la fiamma alta mantenere alta la temperatura. E se ci mettete il coperchio, trabocca tutto.
- la pasta continua a cuocere finché è calda, anche quando è già scolata e condita: per questo se la mangiate riscaldata al pasto successivo sarà molto probabilmente scotta. Se volete preparare una insalata di pasta (o pasta fredda, come si dice noialtri), appena l'avete buttata nel colapasta fatevi passare sopra abbondante acqua corrente (fredda, eh!): la cottura si bloccherà immediatamente e la pasta sarà mangiabile anche il giorno dopo.
Il sale nell'acqua di cottura della pasta va messo quando già l'acqua bolle decisamente, non quando sta per cominciare a bollire, né quando è ancora fredda. Altrimenti, impiegherà molto più tempo a bollire. Potremmo stare qui ore ed ore a scrivere dei motivi fisici per cui ciò è così (!), ma siccome a voi non interessa e io non ho voglia, fidatevi.
Altre importanti raccomandazioni per la cottura della pasta (che a noi italiani pare una cosa che sanno fare tutti ma in realtà molti di noi sono capaci di produrre risultati che non farebbero invidia a un americano) eccole qua:
- rigirare molto spesso, tipo ogni 20 secondi, nei primi 2 minuti di cottura; ogni 2 minuti, successivamente;
- cuocere a fiamma ALTA! La fiamma bassa fa sì che gli strati di semola più esterni si spappolino quando il centro è ancora duro. Risultato: dopo il tempo di cottura previsto avrete pasta esternamente scotta.
- cuocere senza coperchio, tanto ci pensa la fiamma alta mantenere alta la temperatura. E se ci mettete il coperchio, trabocca tutto.
- la pasta continua a cuocere finché è calda, anche quando è già scolata e condita: per questo se la mangiate riscaldata al pasto successivo sarà molto probabilmente scotta. Se volete preparare una insalata di pasta (o pasta fredda, come si dice noialtri), appena l'avete buttata nel colapasta fatevi passare sopra abbondante acqua corrente (fredda, eh!): la cottura si bloccherà immediatamente e la pasta sarà mangiabile anche il giorno dopo.
lunedì 8 giugno 2009
Ricetta polpette di carne
Note: alzi la mano chi non ama le polpette. Chi non le ama se ne vada, per piacere.
Per 3 persone. Sbattete 2 uova in una ciotola, aggiungete 300g di macinato di manzo (o di vitello, o misto manzo-maiale, o di pollo, o di gatto, in base ai vostri gusti, insomma!) e schiacciate accuratamente con la forchetta per sbriciolare ben bene il macinato ed amalgamarlo alle uova.
Private 2 belle fette di pane della crosta, adagiate quindi la mollica in un piatto fondo e bagnatela con quanto latte basta per inzupparla (alcuni cucchiai). Schiacciate con la forchetta, in modo da sbriciolare. Aggiungete al mix di carne e uova, mescolate.
Aggiungete un ciuffo di prezzemolo tritato, 3 cucchiai di parmigiano grattugiato, 2 cucchiai di pangrattato, sale e pepe. Mescolate ancora bene.
Inumidite le mani e formate delle palline con l'impasto, grandi come un'albicocca. Passatele nel pangrattato.
Nel frattempo scaldate in una larga padella sufficiente olio di oliva da ricoprire il fondo, fate soffriggere 2 spicchi di aglio.
Adagiate le polpette e fate cuocere a fuoco medio-basso, per alcuni minuti per parte, finché non vedete formarsi una crosticina dorata.
A questo punto potete aggiungere un bicchiere scarso di passata di pomodoro annacquato con qualche cucchiaio di acqua, se volete delle polpette "in umido". Fate continuare a cuocere a fuoco più basso, rigirando almeno 2 volte le polpette per farle impregnare del sugo, finché non vedrete tutte le polpette ben "rosse" e il sugo leggermente ristretto (per 3 minuti, diciamo).
Altrimenti, se le preferite in bianco, le polpette sono già pronte.
Buon appetito!
Per 3 persone. Sbattete 2 uova in una ciotola, aggiungete 300g di macinato di manzo (o di vitello, o misto manzo-maiale, o di pollo, o di gatto, in base ai vostri gusti, insomma!) e schiacciate accuratamente con la forchetta per sbriciolare ben bene il macinato ed amalgamarlo alle uova.
Private 2 belle fette di pane della crosta, adagiate quindi la mollica in un piatto fondo e bagnatela con quanto latte basta per inzupparla (alcuni cucchiai). Schiacciate con la forchetta, in modo da sbriciolare. Aggiungete al mix di carne e uova, mescolate.
Aggiungete un ciuffo di prezzemolo tritato, 3 cucchiai di parmigiano grattugiato, 2 cucchiai di pangrattato, sale e pepe. Mescolate ancora bene.
Inumidite le mani e formate delle palline con l'impasto, grandi come un'albicocca. Passatele nel pangrattato.
Nel frattempo scaldate in una larga padella sufficiente olio di oliva da ricoprire il fondo, fate soffriggere 2 spicchi di aglio.
Adagiate le polpette e fate cuocere a fuoco medio-basso, per alcuni minuti per parte, finché non vedete formarsi una crosticina dorata.
A questo punto potete aggiungere un bicchiere scarso di passata di pomodoro annacquato con qualche cucchiaio di acqua, se volete delle polpette "in umido". Fate continuare a cuocere a fuoco più basso, rigirando almeno 2 volte le polpette per farle impregnare del sugo, finché non vedrete tutte le polpette ben "rosse" e il sugo leggermente ristretto (per 3 minuti, diciamo).
Altrimenti, se le preferite in bianco, le polpette sono già pronte.
Buon appetito!
venerdì 5 giugno 2009
Ricetta spaghetti cacio e pepe
Note: è una ricetta celeberrima e molto facile da realizzare. Tuttavia credo che per chi non è stato diverse volte a Roma e dintorni possa essere anche sconosciuta. Io finché non ho avuto un'esperienza del genere non sapevo proprio che esistesse. Inoltre è una ricetta adatta per quei giorni in cui in frigo non è rimasto quasi niente, per rimandare l'appuntamento col supermercato.
Come al solito lessate la quantità di pasta che preferite, in abbondante acqua, salata al momento dell'ebollizione, mai prima.
Nel frattempo in una zuppiera grattugiate una abbondante quantità di pecorino (magari romano) mediamente stagionato: per intendersi, non quello duro e giallognolo ma quello ancora di colore tendente al bianco. Per la quantità è il gusto a decidere: mediamente, almeno 4 cucchiai colmi di grattugiato per ciascun piatto di pasta. Se siete in 3, comprate 300g di pecorino per stare sicuri.
Inoltre macinate una abbondante quantità di pepe nero. La quantità dipende anche qui dal gusto, se lo preferite più o meno piccante.
Appena scolata la pasta versatela nella zuppiera e mescolate bene: il calore della pasta farà sciogliere il pecorino grattugiato e si formerà una specie di crema collosa che aderirà alla pasta, per poi raggrumarsi in tanti fiocchetti appena la pasta non è più bollente.
Già fatto?! Buon appetito!
Come al solito lessate la quantità di pasta che preferite, in abbondante acqua, salata al momento dell'ebollizione, mai prima.
Nel frattempo in una zuppiera grattugiate una abbondante quantità di pecorino (magari romano) mediamente stagionato: per intendersi, non quello duro e giallognolo ma quello ancora di colore tendente al bianco. Per la quantità è il gusto a decidere: mediamente, almeno 4 cucchiai colmi di grattugiato per ciascun piatto di pasta. Se siete in 3, comprate 300g di pecorino per stare sicuri.
Inoltre macinate una abbondante quantità di pepe nero. La quantità dipende anche qui dal gusto, se lo preferite più o meno piccante.
Appena scolata la pasta versatela nella zuppiera e mescolate bene: il calore della pasta farà sciogliere il pecorino grattugiato e si formerà una specie di crema collosa che aderirà alla pasta, per poi raggrumarsi in tanti fiocchetti appena la pasta non è più bollente.
Già fatto?! Buon appetito!
giovedì 4 giugno 2009
Bianca, di e con Nanni Moretti
Il personaggio protagonista del film, con una trama del tutto secondaria rispetto ai dialoghi micidiali e incentrato sul doppio carisma di Nanni Moretti attore e regista, è appunto Moretti nella parte di Michele Apicella.
Michele è a pranzo con varia gente, e viene servita la torta Mont-Blanc come dessert (chi è mai stato in una pasticceria a Roma, ha capito; gli altri, non possono capire: si tratta di una montagna di panna montata e purè dolce di castagne, in ordine e stratigrafia non sempre univocamente determinabili).
Uno si sta servendo, sta tagliando la sua fetta di torta, e Michele sta parlando con altri.
Michele si interrompe nel discorso, lo punta minaccioso col dito e intima:
Michele: Lei non faccia il tunnel!
Tizio, perplesso: Come?
Michele: Lei mi sta scavando sotto, e mi toglie la panna; la castagna, sopra, da sola, non ha senso; il Mont-Blanc non è come un cannolo alla siciliana che c'è tutto dentro, come uno zaino lei se lo porta appresso per un mese e sta sicuro; il Mont-Blanc si regge su un equilibrio delicato, non è come la Sacher torte!
Tizio, con aria di estremo stupore: Cosa?
Michele: La Sacher torte.
Tizio: Cos'è?
Michele, scandalizzato: Cioè lei praticamente non ha mai assaggiato la Sacher torte.
Tizio: No.
Michele, rassegnato e indignato: Mah, continuiamo così, facciamoci del male.
Da notare che Moretti è un grande fan della Sacher Torte, tantoché la sua casa di produzione si chiama Sacher Film.
Michele è a pranzo con varia gente, e viene servita la torta Mont-Blanc come dessert (chi è mai stato in una pasticceria a Roma, ha capito; gli altri, non possono capire: si tratta di una montagna di panna montata e purè dolce di castagne, in ordine e stratigrafia non sempre univocamente determinabili).
Uno si sta servendo, sta tagliando la sua fetta di torta, e Michele sta parlando con altri.
Michele si interrompe nel discorso, lo punta minaccioso col dito e intima:
Michele: Lei non faccia il tunnel!
Tizio, perplesso: Come?
Michele: Lei mi sta scavando sotto, e mi toglie la panna; la castagna, sopra, da sola, non ha senso; il Mont-Blanc non è come un cannolo alla siciliana che c'è tutto dentro, come uno zaino lei se lo porta appresso per un mese e sta sicuro; il Mont-Blanc si regge su un equilibrio delicato, non è come la Sacher torte!
Tizio, con aria di estremo stupore: Cosa?
Michele: La Sacher torte.
Tizio: Cos'è?
Michele, scandalizzato: Cioè lei praticamente non ha mai assaggiato la Sacher torte.
Tizio: No.
Michele, rassegnato e indignato: Mah, continuiamo così, facciamoci del male.
Da notare che Moretti è un grande fan della Sacher Torte, tantoché la sua casa di produzione si chiama Sacher Film.
mercoledì 3 giugno 2009
Un qualsiasi vestito blu
Altro che crisi, o grisi, come direbbe l'amica Giulia che vive a Pisa (abbasso il Livorno)! Io e il mio fidanzato siamo partiti per fare acquisti, un paio di giorni fa.
Come al solito lui entra in un negozio, preferibilmente in un negozio dove non era mai entrato prima, e al grido di: ma bada te quanta roba bellina c'hanno! svuota il negozio con meno di 100 euri.
Come al solito io entro in un negozio, preferibilmente il solito negozio dove entro sempre, Liu Jo, e non trovo niente di carino sotto i 100 euri, e non compro una cippa.
Ma stavolta c'è stata una svolta. In negativo, s'intende. Mi aggiravo in questo vastissimo negozio mezzo vuoto (di roba, non di gente), con pochissime cose appese e tutte bruttine o inutili.
Continuavo a chiedermi come mai tutta roba così brutta quando in altri negozi della catena avevo visto ben altra roba e molto bella. Poi vedo una signora che si sta provando un top che non figura tra la roba esposta, e chiedo: scusi ma quello dove l'ha trovato? Mi risponde che gliel'ha preso la commessa in magazzino. Allora interviene la
Commessa: sì, molte cose le teniamo in magazzino, perché se dovessimo tenere tutto in negozio non c'entrerebbe. Al che io, stupita, visto che il negozio è mezzo vuoto:
Ade: quindi avete molta altra roba non esposta?
Commessa: sì, quasi tutta la roba non è esposta, ne tiriamo fuori un po' per volta, ogni settimana diversa.
Ade: e quindi come si fa a sapere cos'altro c'è?!
Commessa: ma noi siamo qui apposta, chiedete pure cosa vi serve.
Ade: bene, grazie, arrivederci.
Quindi si è perso il capo! Si vorrebbe che una donna entrasse in un negozio perché le serve una cosa ben precisa, non perché ne vede tante e fra tante ne trova una che le piace. Senza parlare del fatto che, se io avessi la capacità di modellare nella mia mente una deliziosa camicietta che spererei di trovare da Liu Jo, gli stilisti di Liu Jo potrebbero fare festa ché diventerei io la stilista!
Propongo quindi di ritornare come in quei film degli anni di inizio '900, in quei negozi tutti in legno scuro pieni di cassetti e ripiani, con scatole su scatole dal contenuto misterioso. Una donna entra e dice: vorrei un vestito blu. Il commerciante apre una scatola: ecco un vestito blu. La donna: bene, compro questo vestito blu. Pago il vestito blu. Grazie per il vestito blu. Arrivederci al prossimo vestito blu.
Come al solito lui entra in un negozio, preferibilmente in un negozio dove non era mai entrato prima, e al grido di: ma bada te quanta roba bellina c'hanno! svuota il negozio con meno di 100 euri.
Come al solito io entro in un negozio, preferibilmente il solito negozio dove entro sempre, Liu Jo, e non trovo niente di carino sotto i 100 euri, e non compro una cippa.
Ma stavolta c'è stata una svolta. In negativo, s'intende. Mi aggiravo in questo vastissimo negozio mezzo vuoto (di roba, non di gente), con pochissime cose appese e tutte bruttine o inutili.
Continuavo a chiedermi come mai tutta roba così brutta quando in altri negozi della catena avevo visto ben altra roba e molto bella. Poi vedo una signora che si sta provando un top che non figura tra la roba esposta, e chiedo: scusi ma quello dove l'ha trovato? Mi risponde che gliel'ha preso la commessa in magazzino. Allora interviene la
Commessa: sì, molte cose le teniamo in magazzino, perché se dovessimo tenere tutto in negozio non c'entrerebbe. Al che io, stupita, visto che il negozio è mezzo vuoto:
Ade: quindi avete molta altra roba non esposta?
Commessa: sì, quasi tutta la roba non è esposta, ne tiriamo fuori un po' per volta, ogni settimana diversa.
Ade: e quindi come si fa a sapere cos'altro c'è?!
Commessa: ma noi siamo qui apposta, chiedete pure cosa vi serve.
Ade: bene, grazie, arrivederci.
Quindi si è perso il capo! Si vorrebbe che una donna entrasse in un negozio perché le serve una cosa ben precisa, non perché ne vede tante e fra tante ne trova una che le piace. Senza parlare del fatto che, se io avessi la capacità di modellare nella mia mente una deliziosa camicietta che spererei di trovare da Liu Jo, gli stilisti di Liu Jo potrebbero fare festa ché diventerei io la stilista!
Propongo quindi di ritornare come in quei film degli anni di inizio '900, in quei negozi tutti in legno scuro pieni di cassetti e ripiani, con scatole su scatole dal contenuto misterioso. Una donna entra e dice: vorrei un vestito blu. Il commerciante apre una scatola: ecco un vestito blu. La donna: bene, compro questo vestito blu. Pago il vestito blu. Grazie per il vestito blu. Arrivederci al prossimo vestito blu.
martedì 2 giugno 2009
Ricetta crostata di fragole con crema al limone
Note: visto che le fragole adesso costano pochissimo (un cestino da 500g al Conad costava 1,63€, la scorsa settimana), approfittiamone per preparare una crostata dal gusto rinfrescante!
Preparate la pasta frolla, foderatevi il fondo di uno stampo da torte del diametro di circa 25 cm e realizzate anche un bordo alto un paio di cm.
Bagnate un pezzo di carta da forno sufficiente a coprire tutta la pasta, strizzatelo: adesso la carta seguirà docilmente le forme della pasta stesa. Foderate dunque con cura la pasta con la carta da forno, coprite con uno spesso strato di legumi secchi. In questo modo durante la cottura la pasta non gonfierà e non brucerà.
Cuocete in forno a 180° per 35 minuti, quindi togliete dal forno, eliminate legumi e carta.
Grattugiate la scorza di due limoni: se possibile, limoni "non trattati" o anche biologici, di quelli che non hanno subìto trattamenti chimici sulla buccia, per proteggerli dai parassiti. E' improbabile trovarli al supermercato, meglio provare con un mercato ortofrutticolo. In alternativa, se proprio non avete voglia di cercarli, usate limoni "avvelenati" ma prima lavateli con sapone di marsiglia, sciacquateli e asciugateli ben bene.
Dopo aver grattugiato la scorza, aprite i limoni in due e spremeteli. Versate le scorze e il succo - privato dei frammenti di polpa - in un pentolino con 220g di zucchero e un pezzo da 70g di burro; fate sobbollire a fuoco dolce per 5 minuti circa, il burro si scioglierà e il composto si addenserà.
Togliete dal fuoco, fate intiepidire, aggiungete 2 uova sbattute e mescolate molto velocemente, per evitare che le uova comincino a cuocere e formino dei grumi bianchi e rossi. Rimettete sul fuoco e fate cuocere a fuoco lento per altri 5 minuti, quando la crema avrà raggiunto una certa consistenza.
Versate la crema al limone nella base di pasta frolla cotta, fate raffreddare.
Completate la torta ricoprendola con 500g di fragole lavate, mondate, tagliate a spicchi verticali.
Si può sostituire le fragole con pesche o albicocche.
Attenzione! Le fragole insieme al succo di limone (contenuto nella crema) danno origine ad un fenomeno che può rovinare la consistenza della crema e l'aspetto della torta.
Infatti le fragole nel limone dopo alcune ore tendono a "cuocersi" ovvero a restringersi, facendo fuoriuscire i succhi... Se avete mai preparato le fragole col limone e ve ne è avanzata una porzione che avete conservato fino al pasto successivo, avrete osservato che le fragole dopo diverse ore apparivano "sgonfie", immerse in molto liquido rosso.
Come ovviare a questo inconveniente? NON preparando la torta in anticipo, ma per esempio al massimo 1 ora prima che venga consumata. Altrimenti potreste trovare la crema "annacquata" (ancorché sempre deliziosa) e le fragole rimpicciolite.
Ovviamente si può ovviare anche usando altra frutta, ma vi assicuro che questa torta dà il meglio di sé con le fragole. Buon appetito!
Preparate la pasta frolla, foderatevi il fondo di uno stampo da torte del diametro di circa 25 cm e realizzate anche un bordo alto un paio di cm.
Bagnate un pezzo di carta da forno sufficiente a coprire tutta la pasta, strizzatelo: adesso la carta seguirà docilmente le forme della pasta stesa. Foderate dunque con cura la pasta con la carta da forno, coprite con uno spesso strato di legumi secchi. In questo modo durante la cottura la pasta non gonfierà e non brucerà.
Cuocete in forno a 180° per 35 minuti, quindi togliete dal forno, eliminate legumi e carta.
Grattugiate la scorza di due limoni: se possibile, limoni "non trattati" o anche biologici, di quelli che non hanno subìto trattamenti chimici sulla buccia, per proteggerli dai parassiti. E' improbabile trovarli al supermercato, meglio provare con un mercato ortofrutticolo. In alternativa, se proprio non avete voglia di cercarli, usate limoni "avvelenati" ma prima lavateli con sapone di marsiglia, sciacquateli e asciugateli ben bene.
Dopo aver grattugiato la scorza, aprite i limoni in due e spremeteli. Versate le scorze e il succo - privato dei frammenti di polpa - in un pentolino con 220g di zucchero e un pezzo da 70g di burro; fate sobbollire a fuoco dolce per 5 minuti circa, il burro si scioglierà e il composto si addenserà.
Togliete dal fuoco, fate intiepidire, aggiungete 2 uova sbattute e mescolate molto velocemente, per evitare che le uova comincino a cuocere e formino dei grumi bianchi e rossi. Rimettete sul fuoco e fate cuocere a fuoco lento per altri 5 minuti, quando la crema avrà raggiunto una certa consistenza.
Versate la crema al limone nella base di pasta frolla cotta, fate raffreddare.
Completate la torta ricoprendola con 500g di fragole lavate, mondate, tagliate a spicchi verticali.
Si può sostituire le fragole con pesche o albicocche.
Attenzione! Le fragole insieme al succo di limone (contenuto nella crema) danno origine ad un fenomeno che può rovinare la consistenza della crema e l'aspetto della torta.
Infatti le fragole nel limone dopo alcune ore tendono a "cuocersi" ovvero a restringersi, facendo fuoriuscire i succhi... Se avete mai preparato le fragole col limone e ve ne è avanzata una porzione che avete conservato fino al pasto successivo, avrete osservato che le fragole dopo diverse ore apparivano "sgonfie", immerse in molto liquido rosso.
Come ovviare a questo inconveniente? NON preparando la torta in anticipo, ma per esempio al massimo 1 ora prima che venga consumata. Altrimenti potreste trovare la crema "annacquata" (ancorché sempre deliziosa) e le fragole rimpicciolite.
Ovviamente si può ovviare anche usando altra frutta, ma vi assicuro che questa torta dà il meglio di sé con le fragole. Buon appetito!
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